Una mattina di agosto un pescatore di granchi si accorge di una gamba che viene fuori da una fessura fra due scogli, corre dai carabinieri a dare l’allarme, il paese si sveglia: è il cadavere di una giovane donna, è il giallo di ferragosto a Marina di Isolalunga, un borgo antico alle porte del capoluogo, diviso fra anime natìe, i “paesani” , e i migranti dalla vicina città, gli “stranei”.
Il paese si interroga, il paese mormora. A cercare il colpevole e a dipanare il mistero tre uomini, punto di riferimento della comunità di Marina di Isolalunga: il dottore Lo Cascio, il maresciallo Romano e il parroco, padre Liborio. Nessuno di loro marinese di nascita, ma tutti grandi conoscitori di quegli uomini e di quelle cose; arrivati tutti e tre a Marina di Isolalunga nello stesso periodo, fra di loro si instaura subito una sincera e profonda amicizia. Il dottore Lo Cascio si sente accomunato a padre Liborio perché con lui condivide la quasi totalità dei segreti delle donne del paese, con la differenza che quello non ne ha licenza di divulgazione. Al maresciallo Romano lo lega la passione per i gialli, gli intrighi, le storie di cui si sta a parlare per ore ed ore senza conclusione certa. E padre Liborio, infine, è legato al maresciallo Romano per il loro essere entrambi “addetti alle punizioni”: divine il primo, terrene il secondo. Lo sguardo del granchio è un giallo che con passo agile, occhio ironico, sottile astuzia e linguaggio accattivante dipinge e racconta le tante storie e i tanti personaggi che animano i piccoli borghi. Fra ‘nciurie e paradossali vicende sciorina uno spaccato di vita reale, ricco di sane e insane tradizioni, colmo di ironia e affetti sinceri, con un finale per nulla scontato.
