Il 10 marzo del 1656 nasceva a Palermo Giacomo Serpotta, stuccatore .
Umile artigiano di umile materiale, era riuscito attraverso la maestria ad elevare la sua opera sino alle più alte vette riconosciute dell’arte scultorea italiana. Apprezzato e ricercato dalla committenza dell’epoca, lasciò alla sua città, dove fonda mentalmente operò, un tesoro di incommensurabile valore artistico, che ha arricchito chiese, oratori e dimore di Palermo. Amato, ammirato ma poi pian piano dimenticato con il passare delle epoche e delle mode, sino al totale abbandono che i “suoi luoghi” hanno subito dal secondo dopoguerra in poi. La storia dell’opera di Serpotta avrebbe avuto sicuramente un finale tragico, se non si fosse dato ascolto all’accorato urlo di un giovane studioso americano, Donald Garstang, che ha ridestato dalla colpevole incuranza, una collettività distratta e disimpegnata. Questa breve storia mi permette di descrivere il circolo virtuoso che Palermo, le sue istituzioni, i suoi cittadini tutti insieme, hanno disegnato intorno al recupero ed alla valorizzazione dell’opera del grande artista.