Dal prologo: (…) L’esperienza di Danilo Dolci, nonché l’idea di una radio politica ripresa qualche anno dopo da Peppino Impastato, rimase lettera morta fino a quando, dal Nord, giunse voce che aprire un’emittente non era un’utopia. E nemmeno un reato. Pochi mesi dopo fu la volta delle tv, dei primi monoscopi in bianco e nero, dei primi tg, degli approfondimenti politici, del cabaret in studio, della scoperta del sesso senza tabù, delle telecronache pirata delle partite di calcio.
Era il 1976, la storia stava cambiando: raccontarla attraverso le testimonianze dirette dei suoi protagonisti offre la possibilità di ricostruire quella che fu una stagione di grandi e fondamentali mutamenti.